Tre coppie di Santi Medici - La Festa dei Santi Medici di Alberobello - Iconografia e Venerazione dei santi Cosma e Damiano-La Basilica

Patroni di Alberobello
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titolo del sito del comitato feste patronali di Alberobello
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ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
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Tre coppie di Santi Medici

o storico spirituale Pierre Pourrat, occupandosi dell'agiografia dell'epoca moderna e delle trasformazioni dal secolo XVI al XIX, sostenne nel suo studio Biographies spirituelles che gli autori, soprattutto all'inizio del periodo preso in esame, si servirono di fatti leggendari miranti all'edificazione del santo e trascurarono la verità storica. L'agiografia (vita e leggende dei santi) nacque e si affermò come scienza nel 1643 a opera dei gesuiti belgi impegnati nell'edizione degli Acta Sanctorum, i bollandisti, così chiamati dal nome dell'erudito Jean Bolland (1596-1665), che successe nella direzione della grande opera agiografica al suo primo ideatore, il padre Héribert Rosweyde (1569 - 1629). Ai bollandisti è da attribuire il merito della ricognizione degli archivi, dell'esplorazione, della ricerca e della revisione dei documenti, delle testimonianze scritte, delle fonti, dei dossier, delle date topiche. I medesimi eruditi gesuiti sono degni di encomio per aver dato alla stampa in numero crescente diverse pubblicazioni, conseguendo, fino al XX secolo, molta popolarità e costante autorevolezza. In tempi ancora più vicini, autori consapevoli, rifacendosi alla sana corrente dei bollandisti, vollero l'agiografia più scientifica e curarono biografie lodevoli.
È doveroso riconoscerlo ed è tempo che si prenda atto dei notevoli passi compiuti da questa scienza - ha scritto Paolo Molinari su Civiltà Cattolica luglio 1962) - che negli ultimi anni parecchi sono stati gli scritti sui santi che hanno riscosso il plauso comune e suscitato l'interesse anche di coloro che non avrebbero mai pensato di poter leggere da capo a fondo e con interesse una vita di un santo, ciò è dovuto al fatto che i loro autori si sono svincolati da certi schemi tradizionali e, mentre hanno saputo tener conto del gusto e delle esigenze dei lettori contemporanei, hanno soprattutto lavorato in base a sani criteri storici, psicologici, letterari e teologici, e, aggiungo, Hippolyte Delehaye (Anversa 1859 -Bruxelles 1941) seppe awalersi del concorso dei risultati archeologici ed epigrafici a giustificazione dei dati precedenti. 

Ecco un esempio di fausta comparazione tra agiografia e archeologia. La verità, secondo la quale la Casa della Beata Vergine sia stata trasferita da Nazareth a Loreto ad opera degli Angeli nella notte del 1° dicembre 1294, non ha più consistenza. La parola Angeli c'entra. Un documento, rinvenuto di recente e datato dicembre 1294, ha chiarito che Angeli o De Angelis è il cognome di una famiglia bizantina che, nel XIII secolo, trasferì prima nell'Illiria e poi a
Loreto, l'eletta Casa per sottrarla alla devastazione dei musulmani. Un documento, rinvenuto di recente e datato dicembre 1294, ha chiarito che Angeli o De Angelis è il cognome di una famiglia bizantina che, nel XIII secolo, trasferì prima nell'Illiria e poi a Loreto, l'eletta Casa per sottrarla alla devastazione dei musulmani. Le sante pietre portate via dalla Casa della Nostra Signora Madre di Dio andarono in dote a Ithamar, figlia di Niceforo, despota dell'Epiro, quando sposò Filippo di Taranto, quartogenito di Carlo II d'Angiò, re di Napoli. Gli studi sulla struttura edilizia della minuscola Casa e i raffronti con la Grotta (ciò che resta in Nazareth) hanno confermato la coincidenza dei due corpi di fabbrica e spiegati i graffiti incisi sulle pietre sacre che sono simili a quelli riscontrati nella città palestinese.
L'agiografia divenne gradualmente fonte di studio per approfondire anche le condizioni sociali, politiche e religiose nei vari periodi storici.
Nel Sinassario Costantinopolitano, opera e studio del Delehaye, pubblicato nel 1902 a Bruxelles, l'autore riferì lesistenza di tre coppie chiamate Cosma e Damiano, differenziate:

  • la prima coppia come Vita Asiatica,
  • la seconda Passio Romana
  • la terza Passio Arabica,

che esercitarono l'arte della medicina, non presero denari e sono solennizzate il 1° novembre, il 1° luglio e il 27 settembre.

In merito alla prima, la madre Teodota, letteralmente "dono di Dio" (tal nome fu la testimonianza della fede profonda professata dal capofamiglia nel periodo delle persecuzioni), iniziò i figli al credo cristiano ed essi morirono di morte naturale e vennero sepolti in una località detta Pheremàn. La Chiesa li onora il 1° novembre.

La seconda coppia viveva a Roma durante l'impero di Marco Aurelio Carino (257 -285), con le sue azioni miracolose convertì lo stesso Cesare e i suoi ministri; per l'invidia del loro maestro, venne condotta su un monte con il pretesto di raccogliere erbe e uccisa a colpi di pietre. 
Entrambi i santi vengono glorificati il 1° luglio. La terza coppia, originaria dell'Arabia, è ricordata dalla "nostra" liturgia e la esaltiamo nei giorni 27 e 28 settembre [5].
Cosma e Damiano nacquero ad Egea, nella Cilicia, corrispondente all'omonima regione naturale, ai confini fra l'altopiano anatolico e la Siria, da genitori cristiani, anch'essi santi, come gli altri tre fratelli martirizzati lo stesso giorno, Antimo, Eupreprio e Leonzio. Cristianamente, soccorsero con le loro arti mediche i bisognosi e il Signore si manifestò attraverso le guarigioni che essi stessi operarono senza mai pretendere alcun compenso. Anàrgiri, ossia senza denaro, è l'attributo che accompagnò e sostenne, talvolta, i loro nomi. La loro fama si sparse dappertutto e quando, sotto l'imperatore Diocleziano, si scatenarono le persecuzioni, furono vittime del prefetto Lisia, uomo disumano e spietato verso i cristiani. Fermi e decisi nella fede in Cristo, furono sottoposti ad atroci tormenti; dapprima flagellati, poi, legati mani e piedi, vennero gettati in mare, successivamente scaraventati nel fuoco, e ancora saettati, ma salvi fino alla decapitazione che awenne il 27 settembre dell'anno 283 (presumibile).

I loro corpi furono sepolti fuori della città e, poi, trasferiti a Roma, dove san Felice Papa eresse ai due Martiri, nel Foro Romano, una basilica, incorporandola nel Templum Ramuli. Dei loro corpi, la comunità alberobellese ebbe, nel 1803, due frammenti che sono tuttora collocati nel reliquiario tra le due statue.

Le memorie e gli episodi della vita delle tre coppie di Cosma e di Damiano sostengono che i due fratelli gemelli ricevettero l'erudizione direttamente dal Signore, senza escludere la formazione medica e farmaceutica impartite nella loro terra e che coltivarono secondo lo spirito cristiano.

La Leggenda aurea (1255 o 1266) di Jacopo da Varazze (1228 - Genova 1298) ricostruisce i molti miracoli che riguardano anche le guarigioni di animali.

Noi, che da oggi ci awiciniamo ad uno studio diverso per tracciare una nuova biografia dei nostri Santi Medici, non possiamo più lasciar da parte l'abbondante, il prezioso e l'inesplorato materiale, indispensabile per chiarire, senza deformare o celare, quanto oggettivamente si conosce, giacché le indagini, compiute con credibile competenza e nel tempo medesimo con rigoroso rispetto scientifico da specialisti, hanno condotto gli studiosi alle stesse principali conclusioni. L'esigenza dell'uso saggio e prudente di metodi fondamentali e sicuri porta l'agiografia moderna cattolica a bandire il dilettantismo e a confessarsi come scienza sicura.
La Chiesa di Roma non ha voluto mai riconoscere l'esistenza delle tre coppie di santi, li ha commemorati sempre il 27 settembre, giorno della consacrazione della Basilica a loro dedicata dal papa Felice IV nel Foro romano; la data era da tutti considerata quella del martirio. Noi, dopo una attenta analisi dei vari testi che abbiamo mconsultato optiamo che, nel corso dei secoli, sia sull'iconografia che del culto, si siano verificati una serie di errori dovute a varie cause, per cui oggi ci troviamo a venerare tre coppie di Santi ma in effetti questi non sono altro che una coppia.
Con la riforma del Calendario Liturgico, che venne accolta nel 1973, il dies natalis, ossia il giorno della morte sulla terra e della nascita in cielo, lo si volle anticipato al 26 settembre; contrariamente ai festeggiamenti ufficiali, in Alberobello resta ferma la data 27 settembreforse per speciale autorizzazione dell'allora vescovo mons. Antonio D'Erchia.
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