L'incubatio - Agiografia dei Santi Medici - Iconografia e Venerazione dei santi Cosma e Damiano-La Basilica

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L'incubatio

'uomo ha sempre cercato un contatto con il soprannaturale, al suo posto lo hanno fatto gli altri, come nel rituale operato dagli sciamani [5]. Nel mondo greco-romano 
attraverso il sonno si credeva di avere un contatto con la divinità. Per questo motivo erano stati eretti in diversi luoghi templi in onore del dio Asclepio e quando  subentrò la religione cristiana, alcuni erano ancora efficienti [173]; altri, su imitazione di quelli pagani, divennero, similmente, i posti 
dove attendere, durante il sonno, la visita dei Santi Medici. Il fenomeno non è stato mai estirpato, se non di recente; basti pensare ad Isernia per i nostri martiri e a Tell Kaif, nelle vicinanze di Mossul, dove fino agli anni Sessanta del XX secolo, i cristiani conducevano i malati a dormire sulla tomba del vescovo cattolico Simun Tektek Sinceri (1798-1885), sepolto nel convento di Rabban Hormizd, nella stessa regione, deceduto in concetto di santità. Il devoto cercava il contatto con il santo, che si attuava attraverso la fede e quando la guarigione si verificava il fenomeno straordinario diveniva miracolo, a cui seguiva la salvezza dell'anima. Non ù retroterra culturale pagano, ma convinzione di uno dei metodi di guarigione, dove la comune medicina aveva fallito.
Hippolyte Delehaye (1859-1941), celebre bollandista, giunse a negare che l'incubazione fosse un rito pagano, ma lo attribuì solo ai fedeli cristiani come forma di fanatismo e non fu d'accordo con l'insieme dei testi scritti sui santi, ritenendo il loro contenuto meramente leggendario e, cosa oltremodo insolita, bocciò l'esistenza delle tre coppie di santi Cosma e Damiano. 
È comprensibile la sua reazione, perché nelle sue tesi operò con rigore scientifico, avvalendosi del concorso dei risultati archeologici ed epigrafici a giustificazione dei dati letterari, come indizi comprovanti l'origine e la diffusione del culto. L'agiografia nacque e si affermò come scienza nel 1643 ad opera dei gesuiti belgi impegnati nell'edizione degli Acta Sanctorum, e che dall'erudito Jean Bolland (1596-1665), direttore della grande opera agiografica, vennero chiamati bollandisti; ad essi resta il merito della ricognizione degli archivi, dell'esplorazione, della ricerca e della revisione dei documenti, delle testimonianze scritte, delle fonti, dei dossier, delle date 
topiche. I medesimi eruditi gesuiti sono ancora degni di encomio per aver dato alla stampa in numero crescente diverse pubblicazioni, conseguendo, fino al XX secolo, molta popolarità e costante autorevolezza. Per l'azione lodevole dei bollandisti e del Delehaye, l'agiografia divenne fonte di studio per approfondire le condizioni sociali, politiche e religiose nei vari periodi storici. San Cosma e san Damiano vengono presentati come due persone eccezionali, straordinarie, ministri del Paradiso, due esseri umani forniti di potere taumaturgico. Il loro ruolo si sostanzia in quanto testimoni storici della vita di Cristo, dopo il lasso di tempo assai breve dalla sua morte e resurrezione e, quindi, entrambi protagonisti e portatori di un'istanza storico-religiosa ancora viva all'interno della comunità cristiana, perfetti testimoni del Figlio di Dio. Nuovi Castore e Polluce, oppure successori di Asclepio? Certo è che non finiscono di sorprenderci e il Libellus miraculorum è, senza dubbio, la parte pili sconcertante e pili sbalorditiva del loro dossier agiografico.

L'incubatio aveva la sua fonte nella fede generale nei sogni che era di tutta l'antichità. Queste credenze esistevano presso gli Assiri, gli Ebrei, gli Egiziani, i Greci e i Latini, i Germani e i Galli. La oneirocritica aveva per oggetto di dare regole applicabili all'interpretazione dei sogni, scienza di cui i Greci dell'antichità e del medioevo hanno lasciato diversi trattati. Ad Atene ciarlatani o creduloni vivevano di oniromanzia. La scuola peripatetica diceva che l'anima era durante il giorno asservita al corpo e avviluppata dalla materia: ma durante il sonno liberata da questa servitù e ripiegata su se stessa acquistava la facoltà di predire l'avvenire. I discepoli della scuola neoplatonica e teurgica di Alessandria, la maggior parte dei Padri della Chiesa e degli scolastici hanno ammesso la possibilità di conoscere a mezzo dei sogni l'avvenire. I preti ricorrevano anche, in aiuto alla credulità dei malati, a certi mezzi che erano di natura per portare gli spiriti alle allucinazioni, ai sogni, alle visioni. Essi sottoponevano colui che venivano a consultare l'oracolo a un digiuno prolungato che lo poneva in condizione allucinante; gli somministravano bevande narcotiche, beveraggi stupefacenti. Le sorgenti che erano presso alcuni oracoli erano fortemente caricate di acidi e gas. Il fenomeno era stato osservato pure da Eusebio di Cesarea.
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